#Curiosità: L'Energia di LunaRossa
- Giovanni Pasquali
- 13 mar 2021
- Tempo di lettura: 5 min

La sostenibile leggerezza sull’acqua di LunaRossa e l’energia necessaria per il suo funzionamento...
Foiling, volare sull’acqua, un sogno Leonardesco che oggi, grazie alla Coppa America, sta diventando realtà...
Tutto grazie ai cosiddetti “foil”, delle ali appunto che invece di fendere l’aria sollevano le barche sopra l’acqua, con incredibili vantaggi. Vediamo di seguito quali. Il più evidente è senza dubbio il fatto che sollevare la barca sopra la superficie dell’acqua riduce il disturbo delle onde, rendendo più confortevole la navigazione. Oltre a questo i foil, se mobili, possono anche migliorare la stabilità e la manovrabilità della barca e, se opportunamente regolate, ottimizzarne l’efficienza complessiva anche senza necessariamente sollevarla. Il loro funzionamento può essere paragonato a quello delle alle ali degli aerei, con la differenza che queste ultime sono molto più grandi dei foil. Il concetto che ne determina le funzioni è lo stesso, perché sia in aria che in acqua, in entrambi i casi creano portanza, cioè la forza perpendicolare alla direzione di moto che spinge verso l’alto e permette la permanenza in volo degli aerei e l’innalzamento delle barche durante la navigazione. L’incremento della velocità comporta però anche un aumento di instabilità delle barche, a cui le squadre di Coppa America hanno rimediato progettando dei foil con un terminale a forma di “Y”. Nelle regate, il timone e uno dei due foil laterali rimangono sempre immersi, mentre il terzo viene abbassato per migliorare la stabilità su comando dei timonieri. La loro genesi può essere attribuita all’inventore italiano Enrico Forlanini che nel 1898 iniziò a lavorare su un sistema di foil “ladder”, concretizzato da un prototipo funzionante sul Lago Maggiore. Durante la Seconda Guerra Mondiale, i tedeschi costruirono un prototipo da 17 tonnellate che fu testato nel Baltico e raggiunse 47 nodi di velocità. Negli anni 50, il primo aliscafo commerciale era in servizio tra l’Italia e la Svizzera e un decennio dopo, uno yacht con foil, apparve nel film di James Bond “Thunderball”. Il culmine dell’ingegnerizzazione di questo sistema è rappresentato senza dubbio dagli Ac75, le barche utilizzate quest’anno per la Coppa America, che sono da questo punto di vista monoscafi straordinari, risultato di una ricerca esasperata, mutuata dall’industria aerospaziale.
Pesano complessivamente 6,5 tonnellate, hanno uno scafo essenzialmente composto da fibre di carbonio lungo 20,7 metri e largo un massimo di 5 metri. Non c’è chiglia, salvo un rigonfiamento longitudinale, chiamato “skeg” che serve per aiutare il “decollo” della barca, cioè il suo sollevarsi dall’acqua e per evitare che resti troppo spazio tra il fondo dello scafo e l’acqua, che non aiuta la sua idro/aerodinamicità. C’è un bompresso di 2 metri, che serve per issare la vela di prua chiamata Code Zero, più grande (200 mq) del fiocco normale (tre, superiori ai 90 mq; il più piccolo per vento forte) e che si usa con vento più leggero. La randa, centrale e principale, fissata all’albero di 25,5 metri di altezza, è doppia, formata da due pelli con una intercapedine in mezzo. E’ ampia dai 135 ai 145 metri quadrati. Il timone è a forma di “T” rovesciata, è lungo 3,5 metri e ha un’estensione massima di 3 metri. La grande novità rispetto al passato è costituita come abbiamo già detto dai foil, le ali o derive laterali, che sono due grandi bracci che pesano 500 chili l’uno e che possono reggere sino a un carico di rottura di 27 tonnellate. Sono in carbonio e raggiungono una profondità massima di 5 metri e un’estensione di 4 metri. Si possono alzare e abbassare nell’acqua, grazie a un sistema di batteria alimentata idraulicamente (l’energia generata dagli uomini a bordo che girano le “manovelle”). In assetto di volo il foil sottovento (leeward) resta in acqua e genera l’effetto sollevamento della barca, insieme con il timone, e l’altro foil, quello sopravvento (windward), resta sollevato e provvede al bilanciamento della barca. L’equipaggio nelle barche della Coppa America è formato da 11 uomini, per un peso massimo di 960-990 chili mentre, a differenza delle altre edizioni, non è consentito avere un ospite a bordo. Luna Rossa è l’unica ad avere due timonieri, l’australiano Jimmy Spithill che prende in mano la barca quando è a mura a dritta e il siciliano Francesco Checco Bruni che fa altrettanto quando è a mura a sinistra. In questo modo, i timonieri restano sempre al loro posto, mentre sulle barche degli altri equipaggi, compreso quello di New Zeland (Peter Burling), il timoniere si sposta da un lato all’altro della barca ad ogni cambio di mure. Su Luna Rossa quando un timoniere non è in azione si occupa di regolare il “volo”, cioè il settaggio dei foil (flight control/controller). Su Luna Rossa c’è poi un randista, Pietro Sibello, che si occupa della regolazione della vela centrale e principale ed è l’unico velista che cambierà posizione durante la regata, a seconda del bordo. Ha in mano un vero e proprio joystick con cui comanda le regolazioni della vela principale, utilizzando l’energia pompata nell’impianto idraulico dai grinder. Gli altri otto uomini (appunto i grinder) sono alle manovelle, a girare vorticosamente per generare l’energia necessaria a mantenere in funzione il sistema idraulico che muove tutte le componenti della barca. Tutta l’energia necessaria al funzionamento della barca viene quindi prodotta dai grinder, i ragazzi che girano le manovelle; quando non è impiegata direttamente sui winch, tramite una sorta di computer, si può decidere su quale circuito idraulico reindirizzarla. Da regolamento, la parte di movimentazione sott’acqua (i foil), viene invece alimentata da batterie standard uguali per tutti i team. I grinder fanno movimenti ben diversi da quelli che eravamo abituati a vedere in passato, non si fermano mai, non cambiano senso di rotazione per scalare nel rapporto di riduzione, o per passare
da una funzione ad un’altra (ad esempio per intervenire prima su una scotta e poi su una volante). Ora l’obiettivo è “macinare” a regime costante: 80 giri/minuto. Questo permette a queste barche di arrivare a 105 chilometri orari, una velocità che sembra quasi disumana, a maggior ragione se pensiamo che per arrivare a questa velocità si passa per la forza dei muscoli di otto uomini. Infatti, come abbiamo visto, le barche a vela dell’Ac75 non hanno motore, ma vanno a “braccio” e questo sembra davvero incredibile, perché a occhio a pelo sul mare non si vede. Grazie a questo sistema Luna Rossa fila velocissima verso il traguardo e sembra trascinata da chissà quale rombo rumoroso, come in Formula Uno; invece le cose, come abbiamo visto, non stanno proprio così... Aiutata di certo dal vento che le gonfia le vele, ma anche grazie a chi sotto vento mucina il “grinder”. Quest’ultimo è appunto come una macina. Un piccolo e tondo dispositivo che decide il destino sportivo di barche, imprese multinazionali e atleti. Sul quel piatto e nel sudore che nei muscoli scorre, c’è la leggenda... In conclusione possiamo dire che il gioco della velocità e del trasporto di una imbarcazione che pesa sei tonnellate e mezzo poggia, come un equilibrista, su molti elementi. Oltre agli affascinanti foil che si aprono laterali e planano come albatros sulle onde, attraggono attenzione e stuzzicano favole sportive, tutto dipende anche dalla linea ingegneristica della barca, dalla posizione e dalla dimensione delle stesse vele alte 26 metri, dal peso dell’equipaggio che si distribuisce sulla chiglia e soprattutto dai produttori dell’energia necessaria al funzionamento, appunto i grinder. Da questo punto di vista ci si affida a chi è abituato a domare l’acqua, a chi sa come tagliarla e riportarla in superficie, tramite i remi del canottaggio. I grinder di Luna Rossa e delle altre imbarcazioni Ac75 sono infatti i canottieri, da sempre impegnati nella storia della Coppa America. Sono loro che macinano chilometri orari in barca, allenamenti asfissianti in palestra, ore ed ore dedicate al mare e al grinder. Insomma in questa settimana di finale di Coppa America ci aspettano, oltre alle levatacce per vederla in televisione, navigazioni, strambate, mulinate di braccia e manovre al cardiopalma che metteranno a dura prova gli equipaggi e non faranno mancare certamente i colpi di scena, come del resto è sempre stato in Coppa America ed è il motivo per cui questa competizione è così amata e apprezzata. Quindi, tutti incollati al televisore e...
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