#Curiosità: Dalle onde alla centrifuga: la nascita della Lavatrice
- Angela Salvitti
- 28 nov 2021
- Tempo di lettura: 3 min

Se vi dicessi che l’origine della lavatrice è nel mare, ci credereste?
Ebbene sì, perché i primi a pensare su come potesse essere utile lavare i panni sporchi con un’acqua in movimento, furono i marinai. Antiche testimonianze riportano come sulle navi era pratica usuale che i navigatori issassero i vestiti su delle corde e li gettassero in acqua. Grazie alla forza delle onde e della velocità della nave, ecco qui che l’energia meccanica generata riusciva a lavare via lo sporco.
E sulla terra in assenza delle onde?
Beh, si usava la centrifuga manuale. Tutti noi moderni abbiamo visto una volta nella vita, fotografie delle nostre nonne che si recavano sui fiumi e smacchiavano le vesti sulle graticole e nei secoli ancora prima, sui sassi. Quindi, olio di gomito accompagnato dai primi saponi rudimentali a base di grasso e via, le macchie sparivano.
Bisognerà aspettare il 1767 per vedere comparire la prima macchina per lavare, che fu realizzata a Ratisbona (nell'attuale Germania).
Era un apparecchio in legno, molto spesso una botte, che aveva al centro un piolo di legno, niente meno che una rudimentale centrifuga manuale.
Per la lavatrice più simile per funzionamento a quella moderna, bisogna aspettare ancora un secolo e attendere l’idea di Thomas Bradford nel 1860: questa macchina aveva un cestello ottagonale in legno inserito in una scatola più grande, sempre in legno, riempita di acqua saponata. Una manovella serviva a far ruotare la scatola interna.
Ma su questa tesi gli storici si dividono nel consegnare il primato dell’invenzione! Ecco infatti apparire sulla scena l’americano William Blackstone, che nel 1874 fece costruire per la moglie un barile di legno all'interno dei quale i panni immersi in acqua saponata venivano mossi da un asse dotato di pioli, azionato a mano: l'attrezzo venne messo in commercio e Blackstone divenne il primo produttore di lavatrici. E’ importante sottolineare come queste prime lavatrici funzionassero solo grazie alla forza lavoro, cioè erano usate a livello “industriale” con l’impiego di uomini o di animali.
Solo nei primi anni del Novecento avvenne la sostituzione delle vasche di legno con vasche di metallo e qualche modello fu venduto per uso domestico. Soprattutto in questo secolo, ecco comparire il motore elettrico adottato per la prima volta nella lavatrice prodotta a partire dal 1908 da un'azienda di Chicago, la Hurley Machine Company.
La produzione di massa e lo sviluppo tecnologico portarono in pochi anni aziende come la Whirlpool Corporation (che inizialmente si occupava di automobili) a interessarsi alla nuova invenzione, ma soprattutto a perfezionarla. Solo nel secondo dopoguerra la lavatrice si diffuse in Italia, diventando uno degli elettrodomestici considerati indispensabili, insieme al frigorifero e al televisore. Perché questo? Semplice. La lavatrice divenne il simbolo dell’emancipazione femminile anche nel nostro paese trasformandosi così un elettrodomestico imprescindibile.
Bene, allora visto che tutti noi abbiamo questa amica in casa, è il momento di chiederci se l’uso che ne facciamo è consapevole; infatti per farla funzionare impieghiamo acqua e energia elettrica.
Oggi le lavatrici di ultima generazione hanno ridotto molto i consumi di energia e ampliato la capacità di carico, che raggiunge anche gli 8-10 chili di bucato, ci sono software di ultima generazione che diminuiscono il rumore del cestello e che abbassano rapidamente la temperatura dell’acqua per evitare sprechi.
Ma qualche accorgimento in più, potrebbe essere utile:
1) pulire bene e mantenere asciutto il cestello (in soldoni, togliere subito i panni a fine lavaggio e lasciare aperto l’oblò per migliorare l’asciugatura);
2) è bene eseguire una pulizia del cestello con un panno, acqua tiepida e succo di limone, o aceto, o acqua ossigenata, per eliminare eventuale presenza di muffa e batteri, o meglio ancora per prevenirne la formazione.
3) controllare periodicamente i tubi e gli attacchi alla rete idrica, che siano sempre efficienti e non perdano acqua, oltre che assicurarsi non si formino residui calcarei sulle guarnizioni;
4) si può utilizzare una modesta parte di candeggina, oppure acqua ossigenata (perossido di idrogeno, H2O2), o ancora percarbonato di sodio (1 cucchiaio), per lavaggi a temperature di 30/40°C, che sono i lavaggi che consumano meno energia;
5) dosare bene i carichi del cestello! (se è troppo pieno, la macchina avrà bisogno di un ulteriore sforzo energetico e non è detto che il bucato esca bene);
6) attenzione alle fasce orarie: la notte si spende e si consuma di meno!
Se sosteniamo il progresso tecnologico con qualche comportamento più attento da parte nostra, la lavatrice continuerà a centrifugare ancora per molto molto tempo, strizzando l’occhio all’inquinamento globale.
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