#Curiosità: Verso il lock Down Energetico?
- Giovanni Pasquali
- 21 nov 2021
- Tempo di lettura: 4 min

“Da qui a Natale un Paese energivoro come il nostro potrebbe correre verso il lockdown energetic"
Situazione senza precedenti in Italia con i prezzi delle materie prime e dell'energia alle stelle: a rischio i bilanci delle famiglie ma anche dei fornitori con un effetto domino dagli sviluppi difficilmente prevedibili. Da una parte abbiamo la scarsità delle materie prime, quindi il rallentamento della produzione su scala globale specie in alcuni settori, dall'altra il problema della manodopera e dei trasporti dovuto soprattutto al caos derivante dalle restrizioni anti-Covid. Per questo motivo si è avuto un incremento dei costi tra produzione e distribuzione, con un'impennata dei costi dei container e dei trasporti in generale. Non è azzardato ipotizzare che da qui a Natale un Paese energivoro come il nostro potrebbe seriamente correre verso il lockdown energetico perchè un rimbalzo così preoccupante del prezzo del gas non si era mai visto prima.
La preoccupazione generale è che possa accadere qualcosa di simile alla situazione creatasi nel 1973 quando a mancare fu il petrolio. In Italia la prima azienda a fermarsi è stata la sede di Ferrara della Yara, che produce fertilizzanti, che ha interrotto la produzione proprio per via degli elevati costi dell'energia mentre in Lombardia il gruppo siderurgico Feralpi ha deciso di rallentarla per un paio di ore al giorno a causa di prezzi troppo elevati dell’energia sulla Borsa elettrica.
In attesa degli eventi, c’è chi ha cominciato a fare due conti. Non proprio positivi.
Entro la fine del 2021 avremo i nuovi prezzi dell'energia pubblicati dall'Arera, e questi non potranno che rispecchiare l'attuale andamento. Alle famiglie potrebbero arrivare delle bollette di luce e gas con costi proibitivi.
Ho letto su internet che un broker energetico, collegato a 2.500 tra piccole e medie imprese, ha ipotizzato "aumenti fino al 900%" e ha spiegato che "se i clienti non pagassero rischieremmo un effetto a catena sui circa 800 venditori di energia elettrica, che così finirebbero in default perché anticipano il costo ai trader"; di fatto questa è una cosa già successa in Italia con Green Network e sta accadendo attualmente anche nel Regno Unito.
Intervenuto in un dibattito, anche il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, non nasconde la sua preoccupazione:
“Il gas a 300 euro per megawattora è una roba senza precedenti che impatta enormemente sulla manifattura, sulle bollette di tutti”.
Ad aprile il costo del gas, preso a riferimento il prezzo medio di una fornitura costante per tutto l’anno solare, ha iniziato lentamente a salire dai 19 euro a MWh agli oltre 100 di fine giornata. Segno della ripresa post Covid, ma di solito il prezzo del gas oscilla di 6 euro al mese. Negli ultimi giorni i trader sono impalliditi di fronte a rialzi di 20, 40 euro al giorno.
Secondo l'Arera, il prezzo a termine del terzo trimestre 2021 "risulta in aumento di circa il 50% rispetto a quello utilizzato per l'aggiornamento del secondo trimestre 2021". Si preannuncia quindi un forte aumento in bolletta. Ma perché? Nonostante la crescita di produzione energetica avvenuta negli ultimi anni e la diffusione di impianti delle fonti rinnovabili, la maggior parte del fabbisogno energetico in Italia viene coperta con il gas che, nonostante sia una delle fonti meno inquinanti, rimane una delle più care perché di importazione.
A questo si aggiunge il fattore meteorologico: abbiamo vissuto una primavera particolarmente fredda, con temperature più basse della media fino a maggio, mentre l'estate è stata molto calda con livelli record di afa. Una tempesta perfetta che ha fatto lievitare il prezzo del gas, la cui domanda è aumentata prima per il riscaldamento domestico e poi per produrre energia per compensare la domanda crescente di elettricità per alimentare condizionatori nonchè impianti di raffreddamento delle abitazioni e degli uffici.
A questo, va aggiunto anche il fatto che è stata l'Asia la prima a uscire dall'emergenza Covid e a ripartire di conseguenza economicamente. E così le navi "gasiere" sono partite prima alla volta della Cina, o della Corea o del Giappone e soltanto dopo verso l'Europa. Inoltre, sono calate le esportazioni della Russia verso la Ue, per le difficoltà politiche nel raddoppio del gasdotto North Stream. Insomma, i prezzi europei del gas sono cresciuti di oltre il 30% nel secondo trimestre del 2021 rispetto al primo.
Tornando alle nostre cose, basteranno i 10-15 miliardi ipotizzati dal Governo italiano per calmierare i costi in bolletta per famiglie e imprese sotto i 16 kW e fasce più deboli? Probabilmente no.
Per questo motivo resta tuttora irrisolto il tema del possibile lockdown energetico a cui potremmo andare incontro. D’altronde, dipendiamo molto anche dal nucleare francese, e lo si vede dalla fibrillazione dei prezzi quando Oltralpe gli impianti vanno in manutenzione. E se anche altri Paesi andassero in crisi a pagare il conto saremmo sempre e comunque noi.
Per fare un esempio concreto, già a novembre un bar che paga 3mila euro di luce rischia di doverne pagare 6mila. Per aiutare gli italiani in difficoltà “socializzare” i famosi “oneri di sistema” che paghiamo in bolletta, 15 miliardi all’anno che finiscono in un buco nero, potrebbe non bastare. I 100 miliardi promessi dalla Ue da qui al 2030 restano per ora sulla carta.
Con il prezzo del gas così alto potrebbe essere nuovamente necessario riaccendere le vecchie centrali a olio combustibile, mentre quelle a carbone già funzionano a pieno regime. Senza contare che dal 1 ottobre sono riprese le trivelle, sia in mare sia su terraferma.
Alla faccia delle promesse sulla riduzione del CO2 e di bollette incomprensibili e piene di costi che nulla hanno a che fare con l’energia.
Insomma…siamo passati in breve tempo dalla preoccupazione mediatica e sanitaria dovuta al Covid con relativi lockdown, alla preoccupazione energetica a causa di aumenti spropositati in bolletta, interruzioni dell’approvvigionamento energetico e conseguenti, possibili e non auspicabili lockdown climatici.
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